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GIULIANA CAPORALI

giuliana caporali - pastello su carta -

 

  

Nel 1948 esordisce come espositrice alla Rassegna Nazionale di Arti Figurative (V Quadriennale Romana – Galleria Nazionale d’Arte Moderna). Parteciperà in seguito alle Edizioni della Quadriennale VII e VIII, del 1956 e 1960.

Nel 1949 espone alla III edizione del Premio Michetti (Francavilla a Mare), al quale parteciperà nuovamente nel 1952 e nel 1957 e ancora nel 2004.

Nel 1951 partecipa al I premio di pittura Città di Messina; nel 1953 nel 1954 al III e IV Maggio  di Bari; dal 1953 a tutte le edizioni del Maggio della Pittura Romana. Nello stesso 1953 viene premiata a Roma (Palazzo Venezia) alla Mostra delle Arti Figurative “Incontri della Gioventù”.

Nel gennaio 1955 tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Il Pincio (presentazione di Eliano Fantuzzi): le ottime recensioni (tra gli altri, di V. Guzzi, P. Scarpa, M. Venturoli sui quotidiani Il tempo, Il Messaggero, Paese Sera e di V. Scorza sulla rivista Auditorium) la spronano ad esporre nuovamente, nella stessa Galleria, nel gennaio 1957, presentando, oltre ai paesaggi, 5 ritratti femminili. Sempre nel 1955 è invitata con cinque opere alla Mostra di Arti Plastiche e Figurative “Sicilia” (Messina).

Nel 1956 espone tre opere, alla XXVIII Biennale Internazionale di Venezia.

Nel 1958 prende parte, con tre opere, alla I Mostra delle Artiste Romane Contemporanee, al Palazzo delle Esposizioni.

Nel 1961, dopo una lunga permanenza in Brasile e a seguito dell’impatto con la

megalopoli di San Paolo e la nascente nuova capitale Brasilia, inizia un interessante e lungo periodo di ricerca passando “negli anni, da un paesaggio urbano prossimo, familiare, a scala umana, tipicamente romano … ad un teatro urbano visto come scena distanziante, come profilo di una invasione imminente: grattacieli o torri, tutto uno stagliarsi di verticalismi, in volumetrie anonime” (E.Crispolti).

Tra gli anni Sessanta e Settanta si dedica alla nuova idea visiva della città con opere di grandi dimensioni che esporrà poi a Roma, nel 1982, alla mostra personale “La città”, (Galleria Tavazzi di via Sistina), presentata da Enrico Crispolti e Carlo Belli. Nell’anno seguente tiene una nuova personale, con vedute delle ardite e avveniristiche architetture di Brasilia, al Centro Culturale della Banca d’Italia (presentazione di Fausto Cimara). La stessa mostra sarà ripetuta a Stoccolma (Istituto Italiano di Cultura), nel 1984 e, nel 1985, in Germania, a Monaco di Baviera (Istituto di Cultura), a Bonn (Settimana Italiana), a Vetzlar (Salone Sparkasse).

Nel 1986 si unisce a undici artiste dando vita al “Gruppo Dodici Polisgramma” con interventi, negli anni successivi fino al 1991, di Building Ground Art sulle recinzioni metalliche di cantieri edilizi di Roma (Biblioteca Nazionale Centrale, Metro Stazione Termini, Nuovo Salario) e con Mostre Collettive a Milano, Genova, Udine, Brescia, Latina, Roma e Vienna (insieme al Gruppo viennese IN-ACT).

Continua nella sua ricerca tematica e, nel 1992, in una personale a Cosenza espone una serie di tempere di grandi dimensioni. Nel 1994, presentata da Carlo F. Carli. tiene a Roma (Galleria Studio S) la personale “Architetture Luci”.

Negli anni tra il 1994 e il 1999, si dedica in particolare alla tecnica del pastello con opere che espone in una personale a Parigi ( Images, 1998, presentazione di Mario D’Onofrio) e a Roma (Torretta di Ponte Milvio, 1999, presentazione di Mario Lunetta).

Nel 1997 partecipa  a mostre di microincisione (acqueforti di cm 2x3) a Roma e in Francia (Arles).

Nel 1998 partecipa alla mostra internazionale “Le palme e la loro interpretazione artistica) nelle varie edizioni di Palermo, Napoli, Il Cairo, Seul e altre città italiane.

Nel 1992, dopo un periodo di ricerca sulla figura nella scultura classica, tiene a Roma, (Galleria La Borgognona) la personale “Mito, frammento, memoria”, presentata da Carlo F. Carli e da Paolo Moreno), riproponendo con pitture e disegni le figure e le scene dei grandi altorilievi della celebre Ara di Pergamo.

Nel 2003 è invitata al VI Premio Kawanis, Villa San Giovanni, al II Premio Ferrazzi a Sabaudia e alla mostra “Cleopatra, da Michelangelo all’arte contemporanea” a Roma (Accademia d’Egitto), e a Il Cairo e ad Alessandria. Nel 2004 al LV Premio Michetti (Francavilla a Mare).

Nel 2005 prende parte alla mostra “Quattro pittori contemporanei” alla Galleria La Borgognona, presso la quale continuerà ad esporre nelle collettive fino al 2009.

Nel 2006 è invitata alla mostra itinerante (Atene, Cipro, Tirana…) “Mythos. Miti e archetipi nel mare della conoscenza” e l’annoo successivo presenta una personale di opere grafiche al Museo Cambellotti di Latina.

Nel 2008 è invitata ad esporre otto opere sul tema “Dante e San Francesco” alla Fondazione Casa di Dante in Abruzzo (Torre dei Passeri, Pescara). Le stesse opere (con presentazione di C.F.Carli) saranno esposte a Roma, nel 2011, nella galleria Studio DR – Spazio Visivo.

Nel 2010 tiene una personale al Museo Emilio Greco di Sabaudia.

Dal 2011 al 2016 partecipa alle collettive a tema organizzate due volte l’anno dalla Galleria romana Studio DR – Spazio Visivo.

Nel 1964 consegue l’abilitazione all’insegnamento scolastico delle discipline Disegno e Storia dell’Arte.  

Dal 1964 al 1980 svolge un’intensa attività didattica presso la Scuola delle Arti Ornamentali “San Giacomo” del Comune di Roma: Corso annuale e Corso di perfezionamento di Disegno e tecniche pittoriche.

Dal 1962 al 1967 fa parte, come consulente per i grafici nel testo, della Organizzazione Tecnica della Enciclopedia Universale dell’Arte e de Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica (Ed.Sansoni)

 

Inizia l’attività artistica molto presto: giovanissima frequenta le gallerie d’arte romane assorbendo quel clima di fermenti che caratterizzò la ripresa artistica del dopoguerra. sente il bisogno di disegnare dal vero e compone con sensibilità piccole nature morte suggerite dal ricordo dei quadri che più l’hanno colpita: è affascinata dalla pittura di Guidi, Melli, Mafai, Cavalli e Francalancia, amici di famiglia. A quindici anni dipinge la prima natura morta a olio che Roberto Melli apprezza al punto da chiamarla a frequentare il suo corso all’Accademia di Belle Arti dove, lasciati gli studi classici, segue il corso di incisione di Mino Maccari.

L’influenza della pittura tonale di Melli induce a collocare le sue prime opere importanti tra le ultime espressioni della cosiddetta Scuola Romana (v. Valerio Rivosecchi, Giuliana Caporali. Dipinti 1947-1959, Ed. Borgia, Roma 2014).

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